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Marisa, il clan e il destino nel nome

23 Apr

Curiosamente, è uscito prima in Inghilterra, per la casa editrice “Douglas Thompson”. Ma presto “L’intoccabile” arriverà in Italia, edito da Sperling & Kupfer. Il libro racconta la storia di Marisa Merico, nata 41 anni fa. Una delle tante donne di ‘ndrangheta con un destino nel nome. Figlia di un boss, Emilio Di Giovine, nipote di “nonna eroina”, che per lei era solo Maria mentre impilava i denari provenienti dal traffico di droga in un appartamento di Quarto Oggiaro. E’ una storia esemplare, quella di Marisa: racconta che ‘ndranghetisti “lo si è dal primo respiro”. Racconta di viaggi oltreconfine insieme al padre che contrabbandava sigarette, sulle quali lei si sistemava per dormire durante quella che le sembrava solo una gita fuori porta. E poi di kalashnikov e di paradisi fiscali e di quel miliardo e mezzo di spiccioli prelevati in banca, nascosti nella lingerie e portati al Sultano, un narcotrafficante marocchino. Marisa fu arrestata nel 1994. Ha girato carceri inglesi e italiane. Ora vive vicino a Blackpool e dice di aver pagato il suo conto con la giustizia (ma su di lei pende una richiesta di estradizione per un residuo di pena). Le chiedono se la ‘ndrangheta avrà una fetta del business dell’Expo 2015 e risponde così: “Non c’è da chiedersi se questo denaro finirà nelle sue casse, ma solo quanto ne resterà fuori”.

Se i poliziotti paragonano i voti dei rom a quelli della ‘ndrangheta

21 Apr

CATANZARO::: La storia la conoscono un po’ tutti. Riguarda un bambino catanzarese di 6 anni pestato a scuola da due suoi coetanei di etnia rom. «Rom di terza generazione, ormai catanzaresi a tutti gli effetti» ha spiegato al Corsera, Manuela Marchio, responsabile della struttura per minori a rischio devianza della comunità “San Domenico”.

Il ragazzino, che i genitori chiamano “Titino”, per fortuna, è fuori pericolo. Nell’ospedale del capoluogo calabrese, poiché tra poche settimane si vota, ha già ricevuto la visita di diversi candidati a sindaco. La cosa, evidentemente, non è proprio piaciuta al sindacato autonomo di polizia Coisp. Che, udite udite, ha lanciato forte il suo monito: «I voti dei rom, al pari dei voti dei mafiosi, sono da ritenersi fuori legge essere eletti con le preferenze oceaniche che arrivano da quel bacino ben definito significa radicare ancor di più un sistema criminale che un giorno farà male anche ai nostri figli innocenti». Insomma, una “certezza” emerge da tutta questa storia: i rom, almeno per il Coisp, sono una categoria da cancellare. Rappresentano un male della società catanzarese da estirpare. Bella teoria, insomma. Ma fateci il piacere!

SMS La campagna elettorale in pillole

16 Apr

COSENZA::: Neppure il tempo di iniziare la campagna elettorale e già ci sono i primi exit poll su chi sia la candidata più avvenente. Così, dopo la gara di eleganza al maschile vinta da Franz Caruso (fuori categoria, anche se ha deciso di ritirare la propria candidatura), parte quella della bellezza. I primi sondaggi danno in vantaggio una candidata della Lista Scopelliti (che ha scelto di mettere tutte le donne nelle prime postazioni del raggruppamento). Niente santini, per il momento. E neppure una identità certa. C’è solo un nickname: vulcana79.

Lamberti lascia il centrosinistra. Pronto l’abbraccio con Scopelliti

13 Apr

MEDICO-EDITORE Lamberti Castronuovo

REGGIO CALABRIA::: La notizia, almeno per i reggini, è forse più grande dello tsunami che ha colpito il Giappone qualche settimana addietro. Eduardo Lamberti Castronuovo e Peppe Scopelliti seduti allo stesso tavolo per parlare di politica. Voi direte: qual è la novità? Eccola spiegata: i due pezzi da novanta della politica reggina (si sfidarono per la poltrona di sindaco alle elezioni comunali del 2007), questa volta, deporranno le armi da combattimento per partecipare (assieme ai vari Alberto Sarra, Franco Talarico, Amedeo Canale, Elio Belcastro e Peppe Raffa) al battesimo di Forza del Sud (il movimento del sottosegretario siciliano Gianfranco Miccichè) in Calabria. L’appuntamento è per dopodomani al cineteatro Odeon di Reggio Calabria.

Che sia l’inizio di una nuova stagione politica per Lamberti? Sembrerebbe di sì. E la conferma arriva pure da un’intervista, rilasciata lunedì scorso al Quotidiano della Calabria, in cui Lamberti prende le distanze dal Pd e dal centrosinistra, e ammette di aver avviato un dialogo con l’attuale governatore calabrese. Dialogo che, evidentemente, continuerà anche venerdì all’Odeon in occasione dell’arrivo di Miccichè.

Una firma calabrese per la libertà di fascismo

6 Apr

 

 

EX FINIANI Da sinistra Giovanni Dima, Gianni Alemanno e Franco Bevilacqua

COSENZA::: C’è anche una firma calabrese sotto al disegno di legge costituzionale che mira ad abolire la XII norma transitoria e finale della Costituzione. Che vieta, «sotto qualsiasi forma, la riorganizzazione del disciolto partito fascista». E’ quella del senatore vibonese Franco Bevilacqua, con un passato da aennino (ora convinto pidiellino) e giunto alla sua quarta legislatura a palazzo Madama.  Il ddl, (nonostante la legge Scelba del 1952 vieta, all’articolo 4, l’apologia del fascismo) è stato presentato alla chetichella lo scorso 29 marzo ma solo nella giornata di ieri è stato reso noto. Attirando critiche bipartisan, compresa quella del presidente del Senato, Renato Schifani.

Bevilacqua e gli altri firmatari ( i senatori Fabrizio Di Stefano, Cristano De Eccher, Giorgio Bornacin e Achille Totano) provano a difendere la loro iniziativa: «Nessuna battaglia ideologica ma invece la volontà di rendere coerente l’ordinamento che ha abolito i reati di opinione, ponendo fine a una norma costituzionale che il legislatore costituente stesso ha previsto come “divieto temporaneo”. Nessuno di noi – scrivono – ha mai pensato di avviare una battaglia di tipo ideologico fuori dal tempo e dalla storia. Il nostro ddl, infatti, si prefigge di intervenire su una norma transitoria che per sua stessa natura era quindi destinata, secondo la volontà dei padri costituenti, a valere per un tempo limitato». La loro iniziativa, comunque, non rimane un fatto isolato. Già un paio d’anni addietro, un gruppo di parlamentari del centrodestra, propose di concedere la pensione di ex combattenti anche ai reduci di Salò. Andò male, quella volta. E lo stesso risultato pare profilarsi pure in questo caso.

Titolisti senza fantasia alla Rubbettino?

31 Mar

Venerdì scorso le pagine delle lettere di Repubblica hanno ospitato la velenosa missiva di tale Vittorio Emiliani: il libro “Brandelli d’Italia” di Romano Bracalini edito da Rubbettino – vi si leggeva – ha lo stesso titolo di un volume di Antonio Cederna pubblicato nel 1991; di qui le critiche alla casa editrice di Soveria Mannelli, accusata di sciatteria e superficialità. Oggi, nella stessa posizione, ecco la lettera di risposta a firma Bracalini: “I titoli dei libri non sono proprietà degli autori, né vanno considerati un copyright esclusivo. (…) Nel 2006 – aggiunge Bracalini – è uscito un altro libro intitolato ‘Brandelli d’Italia’, editore Chimienti, che raccoglie interventi di Margherita Hack, Mario Nesi, Gianni Vattimo e altri “, ma questo “è sfuggito” a Emiliani il quale “crede di saperla lunga”. E’ il dibattito culturale più appassionante della Calabria 2011. Siamo messi male.

Hello world!

24 Mar

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