REGGIO CALABRIA::: Chi lo ha detto che la politica dei “due forni” è una prerogativa esclusiva dell’Udc? Basta dare un’occhiata a quanto sta succedendo a Reggio Calabria per rendersi conto che si tratta di un’affermazione falsa. Prendete, ad esempio, il partito dei Comunisti Italiani. Che, dopo un periodo di lunga riflessione, ha fatto le sue scelte per le alleanze. Con una sorpresa, però. Alla Provincia il Pdci sarà al fianco di Pd, Psi e Prc nella coalizione che sostiene il presidente uscente Pinone Morabito, mentre al Comune, i seguaci di Diliberto, sosterranno assieme a Idv, Sel e Verdi (e in contrapposizione al cartello che vede protagonisti democrats, socialisti e rifondaroli) il candidato a sindaco Aldo De Caridi.
Non è difficile capire che tutto ruota intorno a Massimo Canale. E’ lui che il Pdci non sosterrà mai. D’altronde i rapporti tra lo stesso Canale (che tenta la scalata a palazzo San Giorgio) e Michelangelo Tripodi (ras locale del Pdci) si sono deteriorati da un pezzo. La loro è una storia di veti incrociati che poco c’entra con la politica. Ufficialmente, i Comunisti Italiani motivano la loro scelta facendo leva sulla necessità di assicurare discontinuità rispetto al recente passato: «Questo Polo della sinistra – spiega il segretario cittadino, Ivan Tripodi – rappresenta la vera novità e un’assoluta discontinuità rispetto alla scellerata politica del Pdl e al fallimento del presunto “modello Reggio”». E la discontinuità, sempre per il Pdci, c’è anche rispetto «alla scelta – prosegue Tripodi – in favore dei voltagabbana assunta da una ristretta oligarchia del Partito democratico che evidenzia totale pochezza e assoluta inconsistenza. Del resto, nelle cronache mai smentite di questi giorni, l’appoggio a Canale sarebbe la merce di scambio rispetto all’adesione dello stesso candidato sindaco e del consigliere regionale Nino De Gaetano al Pd».
Sarà tutto vero, per carità. Ma non è che in questo modo si finisce per fare il gioco del centrodestra?