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E’ questo il Cavaliere che ci piace!

18 Apr

COSENZA::: Luigi Manna, detto il Cavaliere, ha ritirato la propria candidatura nel Pdl e dunque i consiglieri in corsa non saranno 1028 ma 1027. Ha pesato sulla sua scelta – che immaginiamo dolorosa – la presenza in lista di Carmine Manna, pallanuotista e soprattutto parente: il che avrebbe messo i Manna’s davanti a un pericoloso bivio che conduce al raffreddamento dei rapporti (nel migliore dei casi). Scelta nobile quella di Manna senior, a differenza delle parole livorose e davvero irriconoscenti spese oggi dai vertici pdl Leone e Perri: i due antepongono “il bene del Partito” alle res familiares, primo motore ancestrale delle comunità calabresi e in genere meridionali; e raccontano – brandendo le carte a testimonianza – di quando, venerdì 15, è stato lo stesso Cavaliere a recarsi nella sede del Pdl autocandidandosi e, dicono ora i due, occupando il posto di chi avrebbe voluto essere in lista e adesso, dopo la rinuncia, non può. La maledizione del 2006 per i berlusconiani assume, cinque anni dopo, le sembianze di una nemesi.

Resta negli annali la corsa scilipotesca del povero Cav., nella tarda mattinata di sabato al Municipio per riparare al danno, mentre il corpulento Carmine e fratello, l’altrettanto aitante pallanuotista oggi ridottosi ad autista – è bastato levare qualche lettera dall’attività svolta – osservavano la scena al piano terra di Palazzo dei Bruzi. Parenti o meno, quei due farebbero paura a tutti, altro che spirito di partito…

All’armi siam con Mario

17 Apr

COSENZA::: Notizia: nel 2011 la parola “comunista” è sparita. Fra le 16 liste di area (centrosinistra e grillini), ovvero quasi la metà delle 33 in campo, resiste però la “sinistra”: la ritroviamo, seminascosta, nella “S” di Fds (la Federazione di Pdci e Prc che appoggia la candidata a sindaco Alessandra La Valle) e in Sel (con Paolini). E nel centrodestra? Nella personalizzazione sfrenata dei loghi (2 Occhiuto e poi una citazione per Casini, Berlusconi, Pionati e Scopelliti) rivendica il primato dell’appartenenza la lista di Storace: La Destra (come dire: del “centro” ce ne freghiamo!) schiera nel podio una triade di tutto rispetto: Benito Adimari (rientrato alla base dopo un rapido passaggio per altri lidi), Paolo Marra (comico vernacolare, e infatti la sua discesa in campo, all’inizio, era stata scambiata per uno sketch) e Michele Arnoni il giovane (da non confondere con l’omonimo cugino, di qualche anno più grande e capolista di Occhiuto sindaco). Non avranno il nerbo dei fondatori del Pnf ma l’entusiasmo c’è tutto. Correranno nel Pdl, invece, i più understatement Lino Di Nardo e Sergio Strazzulli, propugnatore del Modello Scopelliti (!). A chi Occhiuto? A noi! Il chiodo nero e i Ray-Ban, inseparabili, non sono lì per caso…

SPECIALE COSENZA Pdl (Occhiuto)

16 Apr
AIELLO ADELINA
ASTORINO ALESSANDRO
BARTOLOMEO LUIGI
BIANCO DOMENICO
BRUNO CATALDO
CAROLEI FRANCESCO
CARUSO FRANCESCO
DE MARCO GAETANO
DE NAPOLI FRANCESCO
DI MARO MARIA
DI NARDO LINO
FILICE IDA
FINO LUCA
GENTILE KATYA
GRECO PIER PAOLO
GRECO SERAFINO
LIO ETTORE
LO GULLO MASSIMO
MAGLIA MAURO
MANNA CARMINE
MANNA LUIGI
MARCHESE MICHELE
MURACA RAFFAELE
PERNA GIANLUCA
PERRI FRANCESCO
RUFFOLO FRANCO
SPADAFORA FRANCESCO
STRAZZULLI SERGIO
TAGLIENTE ANDREA
TOMMASI BARTOLOMEO
TOTERA FEDERICO
VITOLA GAETANO

“Cavaliere, lei è candidato”. “Non se ne parla neanche”

16 Apr

COSENZA::: “Operazioni di presentazione delle liste tranquille”, direbbe la comunicazione istituzionale. Non come cinque anni fa, quando l’esclusione di Forza Italia generò qualche tensione. Operazioni tranquille, ma non prive di un curioso siparietto. A metà mattinata, infatti, il cavaliere Manna, uno degli “storici” costruttori della città, si è presentato nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi. Era un filino arrabbiato, perché – dice – si è ritrovato nella lista del Pdl a sua insaputa. Credeva, infatti, di aver firmato per la presentazione della stessa lista. E, invece, gli hanno riferito che è candidato. Il cavaliere candidato inesistente se l’è presa, ha giurato che lui non ci pensava proprio a presentarsi agli elettori e, insomma, ora tocca all’ufficio elettorale dipanare la matassa. Forse l’incomprensione dipende dal fatto che i pidiellini hanno avuto anche loro problemi a “chiudere” l’elenco. Non perché mancasse la voglia di “scendere in campo”, anzi. Il problema è che, con tanti big sulla scena, c’è il rischio di fare solo atto di presenza. E i candidati con qualche speranza di farcela hanno sgomitato per essere inseriti nelle civiche, così per avere una speranza di ritagliarsi un posto al sole.

Un solo Ponzio. E i complottisti malignano

15 Apr

RENDE::: Le “guerre” in famiglia nella politica rendese non sono rare. Le elezioni sfasciano, al solito, vecchie amicizie e vivacizzano le occasioni conviviali. Succede anche in casa Ponzio. I fratelli, in questo caso, sono due e si dividono su opposti schieramenti. Da una parte Luca, che ha scelto di candidarsi in “Rende riformista”, lista civica di ispirazione principiana che sostiene Vittorio Cavalcanti. Dall’altra Gianfranco, coordinatore cittadino del Pdl, che, invece, a quanto pare non scenderà in campo in prima persona. Ovviamente, dato che a Rende la dietrogia è il sale della politica, le versioni disponibili sono due. Quella buonista: i due sono sempre stati divisi e dunque non c’è nulla di che stupirsi. Quella complottista: ecco, il Ponzio pidiellino non si candida perché in realtà il centrodestra non vuole disturbare la vittoria socialista. A voi la scelta.

Un manifesto di Luca Ponzio

Materiale per sociologi

9 Apr

Uno dei manifesti di Francesco Caruso

 

COSENZA::: Qualcuno informi l’Istat che i parametri vanno riaggiornati al rialzo. Perché c’è una “nuova specie politica” che avanza. E uno si aspetta di avere a che fare con ventenni (vabbè, facciamo pure trentenni). E invece il manifesto di Francesco Caruso (il primo del Pdl a “metterci la faccia”, complimenti) riposiziona la categoria giovani, allargandola ai nati nel 1969, tanto per autoincludersi. Un bell’esercizio di sociologia, per l’omonimo dell’ex leader no global. Proporsi come giovani a 42 anni, però, sembra un po’ troppo anche in un Paese il cui premier, a 74 anni, si comporta come un sedicenne. In bocca al lupo, comunque.

Un altro divorzio. Nel Pdl dei garantisti a orologeria

6 Apr

COSENZA::: Una voce emerge dalla prima fila. Come quando, a scuola, c’è quel rumore di sottofondo che copre tutto e poi, per un attimo, si fa il silenzio. E tu stai dicendo proprio quella cosa lì. Ecco, dalla prima fila si sente: “Nella campagna elettorale emergeranno tutte le incompatibilità tra il Pdl e l’Udc”. Lo dice Sergio Bartoletti, che in Forza Italia (e poi nel Pdl) ha trascorso tutta l’era del berlusconismo, da sempre legatissimo ai fratelli Gentile. Parla, Bartoletti, a una piccola platea formata da sostenitori di Sergio Nucci, esponenti di Fli, socialisti. C’è anche Nicola Adamo (è successo la sera in cui si è deciso di candidare Franz Caruso a sindaco). Il fatto, di per sé, costituisce una svolta epocale nel centrodestra bruzio. Un sodalizio ventennale incrinato sul versante più delicato, quello dei rapporti umani. Si sapeva da tempo, e la campagna elettorale mette solo il timbro sulla rottura che risale ai giorni dell’inchiesta “All included“. Con Bartoletti (che nel 2006 si sacrificò, facendo da candidato a sindaco di un centrodestra orfano di FI, dopo il gran rifiuto di Pino Gentile) agli arresti domiciliari e tutto il partito (i suoi vertici, almeno) pronto a scaricarlo. Inutile dirlo: dal Pdl degli iper-garantisti, Sergio non se l’aspettava. E a maggio, per la prima volta, lui e i Gentile non saranno dalla stessa parte.

Lo strabismo populista di Storace

2 Apr

Storace e Larussa in una delle loro più riuscite interpretazioni

COSENZA::: “Troppi hanno troppo poco, perché si pensa più agli immigrati che agli italiani”, ha detto ieri a Cosenza Francesco Storace, leader de “La Destra”, con tutto il Pdl cosentino ad annuire nelle prime file. Ma Storace chi? Storace, quello che al governo nazionale sta con Silvio Berlusconi, uno che in una notte ha acquistato una casa da due milioni di euro a Lampedusa mentre, sempre a Lampedusa, i migranti tunisini non avevano cibo né servizi igienici. Chissà cosa ne pensano quelli che “hanno troppo poco”.