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La seconda profezia di Vostradamus s’è avverata!

15 Apr

COSENZA::: Come immaginavamo, la prossima inaugurazione (dopo quella già calendarizzata della Casa della musica, 5 maggio, e dunque ancora più a ridosso del voto, si presume) interesserà il Parco acquatico. Ne dà notizia in una lunga intervista rilasciata oggi al Quotidiano della Calabria l’assessore comunale ai Lavori pubblici Franco Ambrogio (foto). A proposito, c’è voluta la video-nota di Enzo Paolini, due giorni fa, perché i giornali – e nemmeno tutti – s’accorgessero dell’opuscolo autocelebrativo di Palazzo dei Bruzi (20mila copie costate 26mila euro, ha spiegato Ambrogio) di cui Vostradamus ha scritto dieci giorni fa. Meglio tardi che mai.

Nel frattempo scopriamo qual è la priorità di Cosenza secondo Ambrogio. Alla domanda “Un auspicio per il futuro della città?”, l’assessore risponde: “Ritengo che la priorità della prossima amministrazione debba essere la realizzazione del nuovo ospedale”. E il tormentone continua … Materiale per il prossimo Libro dei Sogni?

Dialogo tra un cosentino comune e l’opuscolo del Comune (3)

8 Apr

CHIMERA Un rendering del ponte di Calatrava a Cosenza

COSENZA::: Come nel film “Essere John Malkovich” siamo entrati nella testa degli uomini-della-strada cosentini tutti immersi, loro malgrado, nella lettura di “Cosenza la città che avanza” (a proposito: vista anche la sporcizia tutt’intorno, un verbo meno incline a doppi sensi no?). Ambientazione, anzi location che fa più città europea: panchine dell’isola pedonale, quelle rotonde, sì, proprio quelle lì, Primo Premio al Concorso Panchina più Scomoda della Storia, categoria culo a strisce. Buona lettura, parte terza.

Il lettore, tanto più se abita in alcuni quartieri perennemente a secco, vorrebbe dire la sua su questa frase: “Voglio sottolineare il miglioramento del servizio idrico (il grassetto è d’obbligo, ndV) con interventi la cui positività si avvertirà (e ti pareva, ndV) ancora di più nei prossimi mesi” (così l’assessore Ambrogio, p. 8), sottotesto: votateci e giuriamo che stavolta il problema dei problemi lo risolveremo definitivamente. Omesso il dato del record di perdite sulla rete idrica (70%), per farsi un’idea basta andare a vedere le (poche) fontanelle funzionanti su viale Mancini: scorrono h24 causa rubinetti rotti. Sempre dall’introduzione del vicesindaco: “La mole e la qualità degli interventi realizzati nel Centro Storico e per le attività culturali sono considerevoli: Casa della musica, musei, Castello; gli insediamenti abitativi e di uffici; le residenze universitarie; i fiumi, il parco acquatico, le piste ciclabili; i vicoli e le piazzette rifatte, il Caffè Letteraio, il Planetario“. Allora: la Casa della musica ad oggi non è fuiribile, non essendo stata neppure inaugurata; di piste ciclabili neanche l’ombra, come dei nuovi insediamenti abitativi (sono semmai diminuiti se si pensa ai crolli registrati in questi 5 anni); i fiumi non sono certo una realizzazione del Comune, mentre per il parco acquatico vale quanto detto per la Casa della musica; il Caffé letterario non è nel centro storico e il Planetario… non esiste! Come si può inserirlo tra gli “interventi realizzati”? A proposito: che fine ha fatto la Casa delle culture, quella, sì, nel cuore del centro storico?

A pagina 96, leggendo del ponte di Calatrava (“Progetto in corso di realizzazione”? Ma non è stata neanche delimitata l’area del cantiere), si scopre che nei pressi sorgerà anche un Museo della scienza, che col Planetario (…) lì vicino darà vita a una vera e propria cittadella del Sapere, wow! Dai rendering del ponte però non risultano i palazzoni che sbraneranno il paesaggio. Ma le emozioni forti devono ancora arrivare, e lo schock è ravvicinato: a pagina 100 lo svincolo a Sud dell’A3 (“il collegamento alla città avverrà attraverso una bretella di raccordo al ponte Giacomo Mancini, lato sud”), a pagina 101 l’Auditorium (20 milioni dai fondi Por, come se fosse questa la priorità della città) del quale – in assenza di progetti su carta – viene indicata soltanto l’area su cui sorgerà: le ex officine FdC tra via Popilia e viale Mancini. C’è da presumere che l’Auditorium, assieme alla sempreverde Metroleggera (p. 98), tornerà carsicamente nelle prossime 5 o 6 campagne elettorali, come quel Contratto di quartiere di San Vito (p. 103) che chiude l’opuscolo sui (pochi) “Progetti realizzati e (i tanti) in corso d’opera”. Libro dei sogni per chi amministra, prese in giro per chi è chiamato a votare.

::: Fine (la 1^ e la 2^ puntata sono state pubblicate l’altroieri e ieri).

Dialogo tra un cosentino comune e l’opuscolo del Comune (2)

7 Apr

Il tratto centrale di viale Mancini

COSENZA::: Come nel film “Essere John Malkovich” siamo entrati nella testa degli uomini-della-strada cosentini tutti immersi, loro malgrado, nella lettura di “Cosenza la città che avanza” (a proposito: vista anche la sporcizia tutt’intorno, un verbo meno incline a doppi sensi no?). Ambientazione, anzi location che fa più città europea: panchine dell’isola pedonale, quelle rotonde, sì, proprio quelle lì, Primo Premio al Concorso Panchina più Scomoda della Storia, categoria culo a strisce. Buona lettura, parte seconda.

Dalla prima lettera di Ambrogio ai cosentini: “Sono sicuro che i cittadini di Cosenza rimarranno sorpresi nello sfogliare questa pubblicazione” (pagina 8, forse, visto che la numerazione è random). E ci mancherebbe pure che non restino sorpresi, anzi scioccati; per dire: a pagina 51 scoprono che il Caffè Letterario è un “nuovo spazio pubblico”, come se l’aperitivo non si pagasse (anni fa avevano sentito fare lo stesso discorso per il vicino Due fiumi, centro commerciale spacciato per luogo di socialità); a pagina 28 leggono che il Parco acquatico “è in fase di avanzata (torna la poetica degli avanzi, ndV) realizzazione” e che “a lavori conclusi (ma una data no? ndV) i cosentini avranno una grande area destinata allo sport e al tempo libero”; a pagina 40 sospettano che la prossima inaugurazione – più tattica dell’ultimo tratto di viale Mancini – sarà quella della Casa della musica nell’ex Gil. Seguono elogi dell’ordinario (“asfalti e marciapiedi”, p. 73: dove non si scrive che sono tutti interventi dell’ultimo mese), omissioni (come mai tra le foto dei rondò, pp. 68-69, non c’è quello di via Panebianco? Forse perché sembra una rotatoria di Beirut dopo i bombardamenti?) e superficialità, come l’aver fotografato in primo piano (p. 17) i faretti devastati di viale Mancini. Forse al Comune mancano pure i soldi per il Photoshop.

::: Fine della 2^ puntata. Nella prossima puntata i cosentini scopriranno che lo svincolo a Sud e l’Auditorium si faranno, ma stavolta davvero. Davvero davvero. E dire che ne sentono parlare da dieci anni. Che diffidenti.

Perugini desaparecido

30 Mar

COSENZA::: Prima il suo partito lo ha scaricato senza neppure avvertirlo, ora gli hanno pure “traslato” la giunta. E così, nel grande caos del centrosinistra balcanizzato, a Cosenza c’è solo una certezza: Salvatore Perugini non sarà della partita. Lo diceva, meglio di un comunicato stampa, la presenza al Caffè letterario – per la presentazione di Franz Caruso – di una buona fetta dei suoi assessori. C’erano Franco Ambrogio (la prima citazione del neocandidato socialista è per lui: lo proporrà come vicesindaco?), Francesca Bozzo, Damiano Covelli, Mimmo Genise, Marco Ambrogio. E poi un altro degli ultrà di Perugini: Antonio Ciacco, presidente del consiglio comunale. Tutti schierati nella nuova alleanza. C’era, ovviamente, Nicola Adamo. Lui, che aveva gridato allo scandalo quando il Pd era passato sulla testa del sindaco uscente, proponendone la ricandidatura, ha poi virato nettamente su Caruso. Ne ha fatto il nome per primo, lo ha ribadito con forza nella riunione di lunedì notte, ieri lo ha omaggiato sorridente dalla prima fila. E Perugini? Desaparecido, a parte una citazione nella chiosa dell’intervento dell’avvocato che ne rileva il testimone. Lui, che – ricordiamo – è l’attuale sindaco, tace. E si mormora che non gli dispiaccia tornare al suo lavoro e abbandonare la poltrona scomoda di Palazzo dei Bruzi. D’altra parte, a quanto pare, nessuno aveva intenzione di ricandidarlo sul serio. Nemmeno (o soprattutto) i suoi sostenitori più accaniti.