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4. Democristiani, socialisti e comunisti per la “prima” di Perugini

19 Apr

COSENZA::: Scena iniziale. Salvatore Perugini abbraccia Franz Caruso. I due parlano per qualche secondo, con il primo che rende omaggio (lo farà più volte nel corso della serata) al secondo per «il coraggio» avuto nel fare un passo indietro. Il colpo d’occhio è buono per l’esordio del sindaco in questa nuova campagna elettorale. Niente frasi ad effetto: “Cosenza senza slogan” è il messaggio scelto dai comunicatori di Perugini. Che entra in sala sulle note della “canzone popolare” di Fossati in omaggio ma soprattutto con la speranza di ripetere la stagione dei successi dell’Ulivo di Romano Prodi. Ed è proprio a quello spirito che Perugini si appella perché «comunque vada, a Cosenza avviamo la creazione di un polo riformista».Un polo di cui fanno parte molti amici di vecchia data del primo cittadino. Da Franco Covello (con figlia al seguito) ad Annamaria Nucci, da Mario Maiolo a Franco Santo (col figlio a un tiro di schioppo). Orgoglio democristiano in primo piano, ma non solo. L’anima socialista fa la sua buona figura: Gianni Papasso e Luigi Incarnato occupano la prima fila, Caruso siede in settima. Sull’altra sponda fanno capolino i dirimpettai rendesi: Sandro Principe e Umberto Bernaudo. Più defilati gli ex comunisti. Nicola Adamo, scortato dal fido Manuel Mascaro Aiello, occupa le retrovie. Poco più dietro Gabriele Petrone e Marco Ambrogio non lo perdono mai con lo sguardo. Fa la stessa cosa Franco Ambrogio. Pietro Midaglia osserva attento le mosse degli alleati. Passa Raffaele Zuccarelli. Ma non sente, non vede. Sta con i pensieri suoi. Anzi con i sondaggi suoi: «Andiamo al ballottaggio contro Occhiuto e vinciamo!».

Perugini, intanto, infiamma (strano ma vero) la platea: «Siamo uomini liberi e non abbiamo, come altri, scheletri nell’armadio». Non si fatica poi tanto a capire contro chi è rivolto l’affondo. Il discorso del sindaco (implementato in corsa con le “soffiate” del portavoce Raffaele Zunino) assomiglia a un crescendo rossiniano: «Il vero Pd sta da questa parte». Ogni riferimento a Mario Oliverio e Carlo Guccione è puramente voluto. Finale con standing ovation.

Poi, fuori, nella penombra, su corso Mazzini, tutti a fare le “vasche”. Adamo e Maiolo parlano fitto fitto. Si isolano dagli altri. Covello, da vecchia volpe, non li lascia scappare. Si avvicina pure Perugini: sorrisi e pacche sulle spalle. La prima è andata.

1. Il serpente di Adamo

19 Apr

Nicola Adamo (al centro) concentratissimo. Su "Snake"

COSENZA::: Dalle 18:45 alle 19:35 – tanto, 50 minuti, è durato l’intervento di Salvatore Perugini al cinema Modernissimo per presentare la propria ricandidatura a sindaco – Nicola Adamo, seduto a metà sala, ha ininterrottamente smanettato su “Snake”, il giochino cult dei cellulari Nokia. Polpastrelli roventi. E testa bassa, immersa nelle avventure del serpentello virtuale. Un paio di volte s’è preso una pausa per mandare sms. Onore a Nicola che non ha ceduto al fascino dei Blackberry come molti suoi simili. Ma non provate a chiedergli  un commento sul discorso di Salvatore!

Il divorzio tra Loiero e Bova si consumò sui doppi incarichi

18 Apr

EX PRESIDENTI Loiero e Bova

REGGIO CALABRIA::: Tutto ruota attorno a quell’emendamento, approvato in consiglio regionale su iniziativa di Nicola Adamo proprio a cavallo delle vacanze natalizie, e che prevede la possibilità di cumulare incarichi istituzionali. Così giusto per fare un esempio: uno può fare allo stesso tempo il consigliere regionale e il sindaco di una grossa città come Catanzaro. Roba da matti, insomma. Una schifezza. Che lancia un segnale a chi in questi anni ha chiesto un po’ di sobrietà al mondo invasivo della cattiva politica: «Ce ne fottiamo».

Ora vi starete domando cosa c’entra questo con Peppe Bova e Agazio Loiero. Eccolo spiegato: l’ex governatore era pronto con i suoi uomini di “Autonomia e Diritti” ad appoggiare a Reggio il candidato a sindaco del terzo polo. Con una raccomandazione, però. Che il candidato non fosse Bova. «Mi avevano detto – va dicendo Loiero a chi gli chiede conto – che il candidato sarebbe stato Enzo Amodeo (noto cardiologo degli Ospedali Riuniti di Reggio ndr) per cui ero d’accordo. Ma Bova è “nato” da un emendamento approvato in consiglio regionale approvato da tutto il centrodestra e da frage del centrosinistra. Tutto il Pd e Autonomia e diritti hanno votato contro. Questo è il prodotto di un compromesso, una cosa già vista e sulla quale non eravamo d’accordo».

In realtà va detto pure che i rapporti tra i due si erano già deteriorati da tempo. I più attenti ricorderanno la lunga stagione delle polemiche e dei veti incrociati che hanno accompagnato la fase di scelta del candidato del centrosinistra alle elezioni regionali. Il “compromesso di Capo Suvero” (ovvero l’accordo per celebrare le primarie del Pd) non servì a molto perché arrivò molto tardi, quando ormai il centrodestra e Peppe Scopelliti erano in campagna elettorale già da mesi.

Da allora il quadro è completamente cambiato e ora ci ritroviamo nella curiosa condizione che i due litiganti sono fuori dal Pd e in queste elezioni saranno pure avversari.

Candidati a perdere. “Votami e farò opposizione”

16 Apr

COSENZA::: “Mi aiuti? Con 250 voti entro nell’opposizione”. La strana campagna elettorale di un aspirante consigliere del Ps (i Socialisti di Incarnato, quelli che appoggiano Perugini) la dice lunga sul morale delle truppe del sindaco uscente, e ti fa capire che spesso i sondaggi non servono. C’è chi spera di essere eletto ma sa già di dover militare tra i banchi della minoranza! Mezzogiorno di sabato, siamo al Municipio, termine ultimo per la presentazione. “Beh, sì, è vero… Quattro liste per Perugini sono un po’ pochine”, commenta un consigliere di maggioranza uscente. A pensarci bene, nel 2002 Salvatore aveva una lista che portava il suo nome, nove anni dopo – e dopo cinque anni di governo e gestione del potere – si deve accontentare di quelle del Pd, di Api, del Ps e del Pri (e i maligni raccontano del ruolo di Nicola Adamo nel reclutamento forsennato di nomi da inserire sotto le insegne di Socialisti e Repubblicani). “E’ anche vero che Perugini ha avuto poco tempo – la pensa così un esponente dell’Udc – e poi se hai Oliverio contro, a Cosenza non fai niente”.

A proposito, nessuna lista col logo di Azione democratica per Adamo (come immaginavano, e forse un po’ temevano gli uomini di Paolini): il grande tessitore ha preferito “spalmare” i suoi fedelissimi nelle 4 in campo a sostegno di Perugini. Ma di questo e molto altro scriveremo dopo, la giornata è ancora lunga …

Giustizia a orologeria? No

13 Apr

A leggere la locandina odierna della Gazzetta del Sud (dove si parla soltanto di Loiero, Adamo, Maiolo e Tommasi) semberebbe che i soli politici coinvolti nell’ennesima vicenda giudiziaria appartengano al centrosinistra passato e presente: e invece i nomi rientrano in tutti gli schieramenti politici. Siccome siamo a ridosso delle elezioni, non si dica dunque che si tratta di giustizia ad orologeria: nessuno è escluso, ed è proprio per questo motivo che profetizziamo un silenzio trasversale sulla faccenda, esercizio tipico della classe dirigente calabrese della quale – pure – abbiamo imparato a conoscere l’ampollosa verbosità comunicativa (almeno fin quando c’è da “dichiarare” a tutti i costi, e anche sul sesso degli angeli, pur di apparire in un titolo o in un pastone, magari in grassetto).

Caruso? Adamo lo ha lanciato, ma ora è un “problema” dei Socialisti

6 Apr

COSENZA::: Hanno una fissazione, i politici cosentini (e pure quelli che gravitano loro intorno): “Am’i fa’ l’operazione”. Dove, per “operazione”, si intende la mossa che spariglia le carte e sbaraglia il nemico di turno. Che, spesso, era l’amico di ieri. Ma questa è una storia diversa. E, insomma, l’operazione per eccellenza – fino a quella di ricandidare Perugini, che non è farina di un sacco nostrano – era stata la candidatura di Franz Caruso. E chi l’aveva fatta, l’operazione? Le cronache di quei giorni non mostrano dubbi: Nicola Adamo. Seduto al tavolo con i Socialisti, indaffarato in mille telefonate per capire se il Pd  – su questo ci aveva visto giusto – fosse sul punto di scaricare Paolini. In prima fila al Caffè letterario nel giorno della presentazione dell’avvocato. Insomma, era merito suo. Specie per i giornali amici, quelli che l’operazione avevano esaltato, elogiato, spinto. Fino a domenica scorsa, il ticket Adamo-Caruso (aggiungeremmo anche Ambrogio, a cui era spettata la prima citazione del neocandidato) era gettonatissimo, con tanto di maxi-foto sparate in pagina. Poi, da quando il Pd ha (ri)scelto Perugini, l’accostamento è scomparso. L’operazione, stando ai titoli degli ultimi giorni, è a carico dei soli Socialisti, poverini. Che, ora, sarebbero “in difficoltà”. Solo loro. Ma come, non dovrebbe essere in ambasce anche il buon Nicola, che Caruso lo ha addirittura convinto a scendere in campo e ha fatto per il primo il suo nome (scaricando, di fatto, Perugini, che pare non l’abbia presa benissimo)? No, l’accoppiamento Adamo-Caruso è sparito dai titoli e dalle foto. Precipitato nell’archivio degli scatti da dimenticare. Operazione compiuta.

Colazione al Bronx

3 Apr

COSENZA::: Non sono neanche le undici di una domenica assolata, la prima su cui incombe ufficialmente il Perugini-bis. Nei pressi di un bar del centro – a un’ora dall’inizio della conferenza stampa del sindaco uscente e ricandidato – Franz Caruso discute animatamente con Mimmo Genise, volpone socialista e attuale assessore comunale, per quanto invisibile. Sono in mezzo alla strada e gesticolano davanti a un macchinone in doppia fila. Che stiano parlando del già celebre ticket Perugini sindaco / Caruso vice? Magari con sponsor Nicola Adamo, al quale la formula dell’accoppiata sembra piacere tanto da averla proposta a Nucci durante l’ultima riunione nella sede dei Socialisti lunedì scorso, quando tutto era ancora incerto?

Una notizia certa è che è tornato il ticket. Sì, perché in politica il lessico si rinnova per perpetuarsi sempre uguale a se stesso, e non è un caso che Perugini abbia rilanciato, proprio nella inedita conferenza stampa domenicale, la solita tiritera della Città Unica. Capirai che novità. Ma con i proclami, Salvatore ha dispensato puntualmente dei messaggi in codice a Caruso tanto da ribadire – si legge nel comunicato del portavoce Raffaele Zunino – “che, sempre nell’ambito di un metodo di grande rispetto, lavorerà per una semplificazione del quadro delle candidature”: che tradotto significa “cancelleremo la candidatura di Franz Caruso”, senza prevaricazioni per carità siamo pur sempre democristiani. E infatti la nota continua così: Perugini “si è detto convinto che il senso di responsabilità prevarrà anche nei settori del Pd che avevano operato altre scelte prima (ecco il riferimento a Caruso, ndV) della sua ricandidatura. ‘Non ho mai avuto screzi con nessuno, perciò credo che se prevarrà la buona politica le soluzioni si troveranno’”. Con buona pace di chi già aveva iniziato a congetturare su come potesse comportarsi il Partito socialista, in campo da martedì scorso con Caruso per la famosa discontinuità e ora probabile alleato del Pd. Niente di cui sorprendersi: presentando la propria candidatura al Caffè letterario, l’avvocato socialista aveva dedicato – a sorpresa, per molti – l’ultimo passaggio del proprio discorso proprio al sindaco uscente, presentandolo come un bravo amministratore: “Ha fatto un buon lavoro e nonostante questo è stato scaricato dal Pd”.

Di inaspettati ammiratori, Perugini ne ha anche tra chi non abita a Cosenza (e un perché ci sarà…). “Ieri si è scritta una pagina di buona politica, quella che privilegia l’etica dei comportamenti”, ha rivendicato ancora il sindaco nella conferenza stampa di mezzogiorno; ma se potessero dire la loro i cosentini e non i vertici pd Zoggia o Fioroni che – vivendo a Roma – possono ben parlare di “scelta in cui prevalgono merito e impegni”, beh i cosentini direbbero che più importante dell’“etica dei comportamenti” c’è la qualità dei risultati. Che per i 5 anni di Perugini sono decisamente scarsi. Altro che “meriti e impegni”.

Per completezza d’informazione c’è da ricordare infine il ragionamento di Adamo nella citata riunione di lunedì scorso nella sede socialista di via Adige: “Non possiamo appoggiare Nucci perché se da Roma arriva, come noi crediamo, una bocciatura per Paolini, dobbiamo trovarci già con un candidato pronto, e che sia espressione dei partiti”. Il resto è storia nota: lunedì notte si converge su Franz Caruso, il pomeriggio seguente Adamo è in prima fila nel pubblico (non al tavolo) che applaude alle parole del penalista. E adesso che farà? Soprattutto: che faranno i tanti assessori e consiglieri di maggioranza che, con lui, martedì scorso erano in platea, anche loro entusiasti per l’opzione Caruso? Scaricheranno il sindaco o quello che – pure nel modo di vestire – sembra il suo replicante in versione socialista?

Il Pd ha scelto Perugini. E adesso?

2 Apr

Il Pd si tiene Perugini. Come la mettiamo con Enzo e Franz?

COSENZA::: E ora che il Pd ha scelto di ricandidare Salvatore Perugini, come la mettiamo? Come la mettiamo con tutta (o quasi) la sua vecchia giunta che – sposando le scelte di Nicola Adamo – sostiene Franz Caruso? Come la mettiamo con quell’altro pezzo del Pd che ha virato su Enzo Paolini? Come la mettiamo con un’area politica che ha tre, dicasi tre candidati, a meno che non ne spunti qualcun altro?

La mettiamo malissimo. Perché, se la scelta dei vertici romani del Pd ha una giustificazione ragionevole (“Perugini ha governato bene”. Possibile che nessuno dei suoi colleghi locali di partito la pensi così?), sarà difficile far capire agli elettori una serie di cose. Visto che gli elenchi vanno di moda, eccone uno breve:

1. Perché nessuno ha pensato di consultare Bersani e Zoggia prima della fuga in avanti su Enzo Paolini (nella foto)?

2. Perché anche Adamo&co hanno “scaricato” Salvatore puntando su Caruso prima del viaggio romano del sindaco?

3. Perché a Cosenza si dà sempre l’impressione che si debba trattare il Pd come se fosse il giocattolo di qualcuno e non un partito di massa (come usava dire una volta)?

4. E poi da Roma dovrebbero spiegarci cosa significa che “Perugini ha bene governato, è un uomo delle istituzioni” – certo, il fatto che sia buono non significa che sia un buon sindaco – e Davide Zoggia nella sua nota avrebbe dovuto spiegarci anche come la mettiamo adesso con Nicola Adamo, che si presenta come un epurato dal Partito democratico e invece vede le sue scelte avallate a Roma dal gotha del Pd.

5. Che si fa adesso?

Intanto si parte da un dato (sarà interessante vedere come la racconteranno domani i commentatori più “schierati”): hanno perso tutti. Hanno perso Mario Oliverio e Carlo Guccione, presenti e schierati alla presentazione ufficiale di Enzo Paolini. Ha perso Nicola Adamo, quando, mettendo sul tavolo il nome d Caruso, ha “scaricato” di fatto Perugini.

In questo quadro balcanizzato, il sindaco uscente parte con un vantaggio: ha dalla sua il simbolo e il sostegno del partito. Potrebbe essere un atipico candidato di superamento, visto che era il primo a cui si sarebbe potuto pensare.

Ah, e poi: qualcuno dica a Mazzuca che deve rifare i manifesti.

Bruno ha smarrito la strada

31 Mar

INDECISO Franco Bruno

COSENZA::: Qualcuno avvisi Franco Bruno che a Cosenza tra poco più di un mese si vota. L’appello è (quasi) d’obbligo considerato che la sua formazione, la rutelliana Api, non ha deciso ancora dove andare. Mario Occhiuto o Franz Caruso? Escludiamo subito Enzo Paolini perché Bruno, nei colloqui con i suoi fedelissimi, sarebbe stato più che esplicito: «Con lui non andremo mai». Capitolo chiuso, insomma. Restano aperte allora due strade. La logica (ma in politica molto spesso non esiste) vorrebbe che Api sostenesse Occhiuto (uomo di punta dell’Udc) non fosse altro per il disegno terzopolista che Rutelli e Casini stanno portando avanti a livello nazionale. E indicazioni utili, in questo senso, arrivano pure da Reggio Calabria dove i rutelliani sosterranno (all’interno del Polo centrista) Pietro Fuda alla Provincia e Peppe Bova al Comune.

A Cosenza il discorso è un tantino diverso. Qui Bruno non vorrebbe proprio perdere il feeling di lunga durata che lo lega a Nicola Adamo. E il ras di “Azione Democratica” è uno degli sponsor principali di Caruso.

E’ probabile pure che Bruno attenda, prima di decidere, le determinazioni del Pd di Pier Luigi Bersani. Chissà che il leader dei democrat non decida di dare un’altra possibilità all’uscente Salvatore Perugini. Le possibilità, tuttavia, sono davvero poche. Certo, a Bruno, non dispiacerebbe ritrovare il suo vecchio amico Salvatore e con lui Mario Maiolo. Con loro due, il coordinatore calabrese di Api, mantiene relazioni politiche ed umane molto buone. D’altronde, anni di comune militanza nella filiera Dc-Ppi-Margherita, non si cancellano poi con un semplice colpo di spugna.

L’Opa di Franz e Nicola sul Pd

29 Mar

COSENZA::: L’orgoglio socialista ma non solo. Franz Caruso centellina le parole con passo felpato e con la sicurezza di poter affermare di essere «l’unico candidato a sindaco del centrosinistra qui a Cosenza». La “prima”  da aspirante primo cittadino è quasi in sordina (anche se più tardi gli organizzatori parleranno di semplice conferenza stampa e non di kermesse di coalizione) non fosse altro per le notizie che domani arriveranno da Roma dove il Pd, riunito ai massimi livelli, dovrà sciogliere il nodo e decidere se appoggiare Enzo Paolini o sostenere Caruso. Per il momento, il penalista cresciuto alle scuole manciniana e principiana, potrà contare sul sostegno del suo partito (il Psi di Luigi Incarnato), su quello dei Repubblicani e del Movimento per l’occupazione oltre che sui voti di Azione Democratica, ovvero l’area dei democrat che fa riferimento a Nicola Adamo. «Altre forze civiche si aggiungeranno a noi» profetizza Caruso. Che non si fa certo pregare per passare all’attacco: «La mia candidatura vuole rappresentare quella parte di città che non si riconosce nelle lobby di potere legate all’edilizia e alla sanità».

Caruso cita solo una volta Paolini («il suo è il centrosinistra dei loghi di partito») e mai Mario Occhiuto (candidato dell’Udc e del centrodestra). Prende di mira, invece, Mario Oliverio «che ha sciolto, per decreto, il centrosinistra in questa città e che usa le istituzioni per consumare delitti politici». E’ questo il passaggio in cui raccoglie gli applausi più convinti. Compresi quelli di Adamo che su questo versante si gioca una sfida personale e politica di primo piano. Battere, in termini di consenso, il presidente della Provincia, significherebbe aprire un’Opa sul futuro del Pd in Calabria. Ma questo è un altro discorso.

L’attualità passa da una riconferma a palazzo dei Bruzi. Caruso non è tipo da perdersi in giri di parole: «Sono quattro i punti qualificanti del mio programma: pulizia, ordine, sicurezza e solidarietà». Niente parole roboanti, insomma: «Alla città europea, preferisco una “città normale”». Solo un passaggio è dedicato a Salvatore Perugini al quale riconosce «di aver fatto un buon lavoro e nonostante questo è stato scaricato dal Pd». In sala la claque peruginiana apprezza e si fa sentire. Apprezzano pure gli assessori uscenti arrivati a dare man forte alla causa. Da Mimmo Genise a Francesca Bozzo passando per Damiano Covelli, Marco Ambrogio e Franco Ambrogio.

Il resto è un invito a serrare le fila. C’è una domanda sulla città unica Cosenza-Rende che poi è l’eterno tormentone di ogni campagna elettorale. Caruso dice «di non pensare alla città unica ma alla “città una”». Un gioco di parole per spiegare che «fisicamente e culturalmente non ci sono differenze tra i due centri ma che l’idea deve estendersi a Castrolibero e Montalto». I rendesi D’Ambrosio e Ruffolo annuiscono. Il montaltese Ugo Gravina va subito a complimentarsi. L’orgoglio socialista, in fondo, passa anche da qui.

AVVOCATO Il socialista Caruso, buona la sua performance alle ultime Europee

SPONSOR Nicola Adamo (a destra) nella platea di oggi pomeriggio al caffè letterario di Cosenza