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Maledetto cognome che non inizi per “A”

18 Apr

RENDE::: Alla presentazione della candidatura di Cavalcanti, gli italiani di valore Talarico e De Bartolo (foto) erano – sì – allo stesso tavolo ma separati da parecchie sedie. Non pochi quello che lo hanno notato. Amore tra i due non è mai stato, si sa. Ora si viene a sapere che Mimmo ed Emilio hanno di nuovo sfiorato la lite per una questione… indovinate di cosa? Differenza di vedute sulla linea giustizialista del partito? No: collocazione nella lista di Idv a Rende. Cioè? De Bartolo voleva essere il primo, Talarico ha imposto l’ordine alfabetico ma solo perché quello di cognome non fa Aiello, verrebbe da malignare conoscendo il ghigno dell’ex comunista. Risultato: ieri il capolista mancato, che del partito è segretario provinciale, ha disertato l’inaugurazione della sede rendese di Idv con il consigliere regionale gran cerimoniere. Tié!

L’amatissimo nemico

25 Mar

Un manifesto elettorale per Sandro Principe

Sandro Principe e Mimmo Talarico dalla stessa parte: se qualcuno l’avesse detto sei mesi fa l’avrebbero preso per matto. Gossip politico da liquidare in due parole: è impossibile. E invece, giusto perché la storia ci tiene a certi simbolismi, i due si sono ritrovati nello stesso posto in cui si erano lasciati, con gran fragore, qualche anno fa. Fu San Francesco (nel senso dell’hotel) a sancire lo strappo tra Talarico e Principe, tra Talarico e i Ds. Fu il luogo dei sogni infranti. Quello del “padrone di casa”, di aver trovato un successore, al qualche chiedeva di essere accomodante e attendere ancora qualche anno per l’investitura ufficiale. Quello del giovane assessore all’Urbanistica, che accarezzava il sogno di governare una città che aveva contribuito a sviluppare e costruire. Un pezzetto di riformismo socialista andato in frantumi dopo settimane di trattative. Ieri quel pezzetto ha iniziato a ricomporsi, sempre al San Francesco. Sarà un processo lungo. Perché stare insieme si può, ma ciascuno con la sua singolarità, con i suoi obiettivi. E, si sa fin da ora, stare insieme non sarà facile ed è pure un rischio. Perché non tutti hanno capito. Né i pasdaran del principismo rendese, né la base che sostiene il consigliere regionale dell’Idv. Principe ha uno scopo chiaro: vincere, non cedere Rende al centrodestra. Talarico ha un obiettivo preciso: stare al tavolo con un ruolo di primo piano e controllare l’attività della futura giunta. Principe ha affermato la sua leadership in sede di scelta del nome da offrire agli elettori: Cavalcanti è un suo vecchio amico, una persona fidata. Talarico ha avuto un peso nella decisione di non riproporre Umberto Bernaudo: per lui sarebbe stato imbarazzante sostenere un candidato che ha attaccato politicamente negli ultimi cinque anni. Così si ricomincia, guardandosi non in cagnesco ma come odiati amici. O amatissimi nemici, dipende dai punti di vista.