“Qui c’è la destra pulita e il centrosinistra libero”. Qui ci sono le piantine e gli slogan à la page (uno per tutti AmeriGO, costruito sul nome del candidato a sindaco Castiglione). “Qui c’è il popolo”. Insomma, un po’ di popolo c’era, un centinaio di persone, per celebrare l’inaugurazione della sede elettorale della “Primavera di Rende”, unione che definire variegata è poco. Eppure monopolizza l’opposizione in consiglio comunale (ci sono sette consiglieri di minoranza su otto).
Sono tutti molto diversi tra loro. Di certo:
1. Sono anti-principiani più di quanto Di Pietro sia anti-berlusconiano;
2. Si detestano cordialmente;
3. Hanno sparlato l’uno dell’altro almeno dieci volte nel recente passato (ma questo, in politica, è un peccato veniale);
4. Hanno cambiato un po’ di partiti, movimenti e schieramenti (il record è di Rosario Mirabelli, rimasto in “Autonomia e diritti” nel quarto d’ora successivo alle elezioni regionali, poi è passato all’Api), a parte Castiglione, che il Pdl lo ha abbandonato solo di recente, più o meno quando il Pdl ha abbandonato lui.
Fino a qui i punti fermi. Il resto è gossip elettorale. Riportiamo le frasi più significative raccolte in giro: “Non è vero che il Pdl farà la guerra al Pd, in realtà sono tutti d’accordo. Non credono veramente nella candidatura di Palazzo (Innocenzo, ndV)”. “La prova del disimpegno è il fatto che Ponzio (coordinatore cittadino del Pdl) non si candiderà, mentre suo fratello entrerà in una lista del centrosinistra”. “Dietro l’accordo trasversale ci sono i lavori della metropolitana”. Qualcuno ha detto che la paranoia ti salva la vita. Se è così, la politica a Rende non morirà mai.