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SMS La campagna elettorale in pillole

24 Apr

COSENZA::: Isola pedonale, assolato sabato pre-pasquale. Il candidato sindaco pdl Mario Occhiuto a braccetto con il medico-maratoneta (ma spesso in bicicletta) Carmine Vizza, già socialista oggi Udc. Passa qualche minuto e spunta Salvatore Perugini: in zona gazebo Pd parla fitto fitto con lo sfidante Mario. Presumibilmente di cosa faranno a Pasquetta.

Gerontofilia peruginiana

23 Apr

COSENZA::: L’anno scorso, nel giorno della batosta alle regionali, Salvatore Perugini analizzò il voto andando a ballare al centro anziani. Come se niente fosse accaduto. Oggi Salvatore s’è ripetuto, come per rispondere ai tanti (tipo i candidati consiglieri delle sue liste, stamattina sotto al gazebo Pd sull’isola pedonale) che gli imputano la totale assenza in campagna elettorale. Altro che assente! Il sindaco è vivo e balla insieme a noi, anzi a loro, insomma agli anziani!

Perugini: con noi nessun transfuga. Ma ne abbiamo beccato uno

23 Apr

Un manifesto di Massimo CoglitoreCOSENZA::: “Sfido chiunque a trovare, nelle nostre liste, un solo candidato che in passato abbia sostenuto un’altra parte politica”. Era martedì scorso e, con questa frase, Salvatore Perugini incassava uno degli applausi più sentiti da parte della platea del cinema Modernissimo. Bene, Vostradamus ha raccolto la sfida. L’apparizione dei primi manifesti ha solo reso più semplice la ricerca. (Almeno) uno che ha voltato gabbana c’è. E’ Massimo Coglitore, giovane candidato del Pd. Una di quelle proposte che arrivano dalla cosiddetta società civile. E che, proprio per questo, è ad alto rischio di trasversalismo. Una ricerca negli archivi delle elezioni provinciali ha fatto il resto. Abbiamo trovato tracce di Massimo Coglitore negli elenchi dei candidati del 2009. A quell’epoca, però, non stava dalla stessa parte del sindaco Perugini (che sosteneva Mario Oliverio. Oggi Oliverio invece sostiene Enzo Paolini), bensì nei ranghi del centrodestra, con una civica, “I Moderati”. Che sia stato folgorato proprio dall’elogio della moderazione recitato dal sindaco davanti ai suoi sostenitori (ma il copyright è del cardinale Martini)? Chissà, di sicuro ha scelto di cambiare schieramento, nonostante il discreto risultato ottenuto due anni fa (256 voti nel collegio “Rende II”). In ogni caso, lo abbiamo beccato.

SMS La campagna elettorale in pillole

21 Apr

COSENZA::: “Perugini stamattina ha fatto asfaltare la buca sotto casa mia.  La strada era in quelle condizioni da due anni” (Enzo Paolini alla presentazione della lista Cosenza Domani). Salvatore pensa già a un accordo in chiave ballottaggio? Non resta che andare a vedere in che stato versa il manto stradale delle Paparelle. Urge fotoservizio di Vostradamus.

Salvatore Cinquestelle

21 Apr

COSENZA::: Wi-fi pubblico e libero in un’area della città, rivoluzione nel sistema dei rifiuti, stop alla cementificazione selvaggia e riqualificazione dell’esistente, nuove politiche e più attenzione al sistema idrico. I punti nodali del programma di Perugini sono gli stessi dei grillini (negli ultimi cinque anni, però, lui e la sua coalizione si sono un po’ distratti). A questo punto, Salvatore potrebbe salire sul palco insieme a Beppe Grillo, il cui arrivo in città è previsto (e annunciato su Facebook dal Movimento Cinquestelle) per il 12 maggio, in chiusura di campagna elettorale.

ANALISI Zero slogan (dice lui) e tre citazioni

20 Apr

COSENZA::: Avrà pure pochi slogan (noi però ne abbiamo individuati almeno due) ma le citazioni non gli mancano: Salvatore Perugini ieri al Modernissimo ha scelto tre nomi non da poco (Martini, Mancini, Napolitano) per definire il proprio pantheon, sicuramente meno giovanilistico e meno piacione di quello di Paolini: il 28 marzo al Citrigno siamo stati travolti dal suo video omnibus con il rugby e Berlinguer, i no global e Rita Pisano, Moro e Misasi, Impastato e altro ancora; troppa carne al fuoco secondo alcuni: avere troppi esempi è come non averne nessuno. Ma torniamo a Perugini, da ieri ufficialmente “una persona perbene” (scusateci ma a noi piace scriverlo tuttattaccato). E alla sua triade.

MANCINI::: La lettera “protocollata e dunque da poter rendere pubblica” – ha messo le mani avanti ieri il sindaco uscente, leggendola alla platea – è la risposta a chi (Paolini) tira per la giacchetta l’ex sindaco socialista e se ne arroga la “discendenza” forte di un rapporto privilegiato che proprio quella lettera, hanno interpretato in molti, farebbe vacillare: tra i colleghi del foro di cui Mancini senior scriveva (lamentandone il comportamento) all’allora presidente del Consiglio comunale Salvatore Perugini potrebbe esserci proprio Enzo Paolini. Siamo nel gennaio 2000 e in quei mesi pare si sia iniziato a incrinare il rapporto tra il maestro e il prediletto, a favore della neo-pupilla Eva Catizone (per gli scherzi del destino, oggi Eva ed Enzo sono alleati…). E Occhiuto? Nel gioco della giacchetta parrebbe tagliato fuori, o comunque visto un noto precedente storico dovrebbe evitare di puntare sul mancinismo. Un mesetto fa Pietro Mancini lo scrisse – in maniera criptica – sul Quotidiano della Calabria, mentre Paolini ripete spesso il concetto in maniera più chiara eppure, anche lui, senza fare nomi (Roberto) e cognomi (Occhiuto): il mancinismo è una “tradizione gloriosa patrimonio di tutti, anche di quelli che gli volevano impedire fisicamente di entrare nella sua stanza al Comune quando fu colpito da una falsa accusa”, ha dichiarato la scorsa settimana Paolini. Ed è un chiaro espediente retorico questo di lasciar capire che persino Mario Occhiuto può dirsi manciniano (o meglio “mancinista”) per affermare, in realtà, l’esatto contrario. Per la cronaca: con Roberto Occhiuto in quel 1993 a presidiare la saletta del secondo piano c’era Sergio Aquino, consigliere di sinistra.

MARTINI::: La citazione dell’editoriale del cardinal Martini, al di là della persuasiva categorizzazione moderati / riformisti, è un modo elegante per entrare nel dibattito – ancora meno inedito di quello sul mancinismo – sul ruolo e la posizione della Chiesa ogni volta che si avvicina il voto: né le polemiche finiranno dopo che la Curia ha diramato una nota (venerdì 15 aprile) nella quale affermava in soldoni di non voler entrare nel merito degli aspiranti sindaco a prescindere dai rapporti e dalle collaborazioni “professionali” che qualcuno di loro (Paolini è il legale della Curia e Occhiuto ha un ruolo nel restauro del Duomo) mantiene o ha mantenuto con essa. Doppia excusatio non petita?

NAPOLITANO::: Il riferimento alle parole del capo dello Stato sul bisogno di “umiltà” che i politici devono perseguire è funzionale a Perugini per un semplice motivo: si sa che gli italiani sono tendenzialmente anti-governativi alle urne. I cosentini ancora di più. Perugini esce da 5 anni di cattiva amministrazione (vedi le tante autocritiche di ieri, da quella quasi parossistica di Incarnato “è stata una tragedia” al j’accuse del sindaco a se stesso con promessa di “non ripetere gli errori”) e peggiore comunicazione (da qui nasce l’opuscolo propagandistico concepito da Ambrogio). Si dirà: un amministratore che ha fallito è obbligato all’umiltà, ci mancherebbe pure… Di che deve vantarsi? Vero. Ma quella frase di Napolitano è da “girare” ai due uomini forti in campo: Paolini e Occhiuto, con stile e lessico diversi, hanno impostato la campagna elettorale su una forte personalizzazione; a Perugini una strategia da uomo forte non riuscirebbe tanto: da un lato proprio per lo scarso appeal dovuto a un operato che ha lasciato a desiderare, dall’altro – se un po’ lo conosciamo – per indole e innata “democristianità”. E dove la persona cede, avanza il partito: “Il Pd è qui”, ha tuonato non a caso ieri indicando il logo alle sue spalle. Manco a dirlo, lì è scattato l’applauso più lungo e scrosciante. 

5. L’alleato di Salvatore: “Cinque anni di tragedie”. Panico? Macché, applausi!

20 Apr

COSENZA::: E’ il Perugini day e Gigi Incarnato non ha dubbi: “Cinque anni di amministrazione comunale sono stati una tragedia”. Panico in platea? Macché, ovazione. Per fortuna la frase non è finita: colpa del Consiglio, “che ha tenuto in ostaggio l’azione della giunta”. Gli assessori in sala sono salvi, un po’ meno i consiglieri (tra quelli che hanno assicurato un sostegno ondivago c’è, a esempio, Gianluca Greco, curiosamente ricandidato proprio nei Socialisti). Pazienza, è la politica. E ha bisogno di capri espiatori elettorali. Soprattutto, Perugini è d’accordo con Incarnato. Un lungo passaggio del suo intervento si potrebbe riassumere con un “occhio a chi votate, per favore. Potete stare tranquilli, questa volta non abbiamo imbarcato di tutto”. Vero. Le liste sono soltanto quattro, tutte politiche. Zero società civile, e nell’entourage del sindaco la cosa non dispiace troppo (“se la società civile è quella che cambia schieramento una volta al mese, allora no grazie”). Ci sono ancora Adamo e Ambrogio a tessere la tela politica della coalizione (non esattamente uno spot per il nuovo che avanza). C’è, soprattutto, il Pantheon di Salvatore Perugini. Le citazioni sono tre, perfettamente in linea con l’uomo. Il primo è Carlo Maria Martini, di professione cardinale (“essere moderati non vuol dire essere conservatori, si può essere riformisti eppure pacati”): un elogio della pacatezza, il suo, “recitato” nel giorno di sant’Ambrogio (non Franco) a Milano. Tra l’altro era il 7 dicembre, compleanno di Perugini. Secondo: Giorgio Napolitano sul dovere dell’umiltà. Elogio della pacatezza bis. Ci mancava solo Gandhi. Terza citazione per Giacomo Mancini: è una lettera di apprezzamento per Salvatore, risale al 2000 e contiene una frase contro una certa parte del foro di Cosenza nella quale molti hanno visto un riferimento a un altro candidato. E’ uno dei rari passaggi poco pacati del sindaco. Un altro è a metà tra monito e denuncia: “Sono sicuro che non succederà, ma se qualcuno dovesse provare a scambiare il vostro voto con qualcos’altro, non cedete, non svendetevi”. Criptico, ma non troppo. Perugini ha paura che il voto possa essere inquinato? Chissà, nel frattempo applausi. Molti nascono in galleria, dove il fratello Pietro dirige l’orchestra. “Suonano” due nipoti del sindaco uscente. Un bel quadretto (e, a onor del vero, gli applausi arrivano spesso, tranne che per la citazione della lettera di Mancini). Anche perché Pietro “torna a casa” dopo una parentesi nell’Udc. E non c’è niente di meglio di una famiglia che si riunisce.

4. Democristiani, socialisti e comunisti per la “prima” di Perugini

19 Apr

COSENZA::: Scena iniziale. Salvatore Perugini abbraccia Franz Caruso. I due parlano per qualche secondo, con il primo che rende omaggio (lo farà più volte nel corso della serata) al secondo per «il coraggio» avuto nel fare un passo indietro. Il colpo d’occhio è buono per l’esordio del sindaco in questa nuova campagna elettorale. Niente frasi ad effetto: “Cosenza senza slogan” è il messaggio scelto dai comunicatori di Perugini. Che entra in sala sulle note della “canzone popolare” di Fossati in omaggio ma soprattutto con la speranza di ripetere la stagione dei successi dell’Ulivo di Romano Prodi. Ed è proprio a quello spirito che Perugini si appella perché «comunque vada, a Cosenza avviamo la creazione di un polo riformista».Un polo di cui fanno parte molti amici di vecchia data del primo cittadino. Da Franco Covello (con figlia al seguito) ad Annamaria Nucci, da Mario Maiolo a Franco Santo (col figlio a un tiro di schioppo). Orgoglio democristiano in primo piano, ma non solo. L’anima socialista fa la sua buona figura: Gianni Papasso e Luigi Incarnato occupano la prima fila, Caruso siede in settima. Sull’altra sponda fanno capolino i dirimpettai rendesi: Sandro Principe e Umberto Bernaudo. Più defilati gli ex comunisti. Nicola Adamo, scortato dal fido Manuel Mascaro Aiello, occupa le retrovie. Poco più dietro Gabriele Petrone e Marco Ambrogio non lo perdono mai con lo sguardo. Fa la stessa cosa Franco Ambrogio. Pietro Midaglia osserva attento le mosse degli alleati. Passa Raffaele Zuccarelli. Ma non sente, non vede. Sta con i pensieri suoi. Anzi con i sondaggi suoi: «Andiamo al ballottaggio contro Occhiuto e vinciamo!».

Perugini, intanto, infiamma (strano ma vero) la platea: «Siamo uomini liberi e non abbiamo, come altri, scheletri nell’armadio». Non si fatica poi tanto a capire contro chi è rivolto l’affondo. Il discorso del sindaco (implementato in corsa con le “soffiate” del portavoce Raffaele Zunino) assomiglia a un crescendo rossiniano: «Il vero Pd sta da questa parte». Ogni riferimento a Mario Oliverio e Carlo Guccione è puramente voluto. Finale con standing ovation.

Poi, fuori, nella penombra, su corso Mazzini, tutti a fare le “vasche”. Adamo e Maiolo parlano fitto fitto. Si isolano dagli altri. Covello, da vecchia volpe, non li lascia scappare. Si avvicina pure Perugini: sorrisi e pacche sulle spalle. La prima è andata.

3. Lessico peruginiano con commento

19 Apr

COSENZA::: “Faremo partire la differenziata” (per la quarta volta); “Risolveremo il problema della Città dei ragazzi” (con sospetto tempismo); “Chi visita Cosenza se ne va con un bel ricordo. Noi cosentini ci lamentiamo sempre. E’ arrivato il tempo di risvegliare l’orgoglio di sentirsi cosentini” (ah sì? Fatevi una passeggiata tra la spazzatura di viale Mancini e le statue del Mab, col basamento ridotto a minidiscarica, e l’orgoglio lascia il posto all’incazzatura, anzi alla vergogna);  “Attiveremo tavoli sul problema casa” (parlare di tavoli a un senzacasa è come parlare di corda a casa dell’impiccato).

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Tra un po’ i pezzi e le foto dei nostri inviati al Modernissimo per la convention del candidato sindaco Salvatore Perugini.

2. Altro che “senza slogan”

19 Apr

Slogan non slogan per Salvatore Perugini

COSENZA::: “Cosenza senza slogan”, recita il maxicartellone plastificato appeso sul palchetto da cui ha parlato Perugini. Un rigo vuoto, poi un “ma” e a seguire “un sindaco per bene e un progetto chiaro per il futuro”. Scusa, Salvato’, ma questo non è uno slogan?!?